DADO DI TEMPO, le differenti facce del tempo

Dicembre 8, 2019 Off Di M

Fiume Brenta Padova, 2009

Prima fase del progetto: la sequenza di sei forma il cubo: Sequenza A, 6 pezzi cm. 21×21 – Pittura acrilica, pigmenti vinilici, smalti su poliestere trasparente – Sequenza di 6 forma le facce del dado.
Seconda fase: il cubo entra nell’ambiente naturale, diventa di ghiaccio e si scioglie.

In un cubo le facce sono tutte uguali, in un dado ogni faccia è contrassegnata: ciò rende le facce distinguibili una dall’altra; quello che va a identificare le facce del cubo è il colore, come numero e come ritmo, nella sequenza del farsi bidimensionalmente quadrato e contemporaneamente cubo. In questo gioco di successioni e sequenze il colore, nella ripetizione differente, opera delle fasi di trasformazione, opera forme del tempo.

L’elemento acqua si colloca, per le sue caratteristiche di fluidità di un processo, nella direzione dell’evento, e l’opera e la materia che la forma, è un evento transitorio. L’acqua solida è ghiaccio: il cubo dalla sua trasparenza iniziale si solidifica e si compatta diventando ghiaccio; seguendo il ciclo dell’acqua si scioglie e perde la sua connotazione di dado: i numeri che scandiscono la forma si perdono e si mescolano per nuove connotazioni.

Resta documentata l’immagine di un gesto fissato, arrestato nel suo percorso temporale. Temporalizzazione di un evento attraverso la giustapposizione del colore e delle immagini fotografiche: si vogliono presentare diverse forme temporali: la sequenza, la foto come garanzia che l’atto (un evento che si è consumato nel tempo) ha avuto luogo, lo scarto temporale tra le foto, e l’iscrizione di quello scarto, sotto forma di durata nella foto seguente.